Seefeel

Seefeel

2011 (Warp)
abstract, elettronica

Marcare la distanza di quindici anni in un'ora. Non una missione, ma una vera e propria prova di forza. Un impeto che si cela dietro una proposta astratta, evanescente, ma che rivela tutta la sua maestosa portata nel susseguirsi di episodi che poco hanno a che vedere col passato.
I Seefeel non inventano nulla, rielaborano, plasmano, formano. Alla stregua dei Portishead di "Third",  tornano dopo quindici anni di silenzio assordante e lo fanno sferzando e sorprendendo. Invero l'Ep rilasciato lo scorso autunno non faceva presagire nulla di buono. E invece questo self-titled sorprende per trovate e impatto. E' una elettronica cruda e primordiale, che recupera dub e glitch, li eleva a colonne portanti, intrecciandoli con gelidi bollori metropolitani, trip-hop a tratti e una sensazione di freschezza che accerchia e colpisce.

Le distorsioni di "Dead Guitars" forgiano un singolo frantumato e frastagliato, che trova nella voce sognante di Sarah Peacock il contraltare che determina il filo conduttore. Tra reminescenze dreamy incastonate a diamanti grezzi ("Faults") e Autechre che riappaiono nella loro forma più basica ("Gzaug"), si giocano le carte di una partita che si indirizza sui binari dell'inaspettato.
Crudezze elettroniche cui fanno da contraltare ora soffici rivoli ambientali in un sottofondo molto lontano, ora tiepidi canti di sirene in evanescenza.

Ma la partita si gioca a carte scoperte e capita allora che "Rip-run" riaccenda d'un tratto Aphex Twin e Boards Of Canada, giocando di riampiattino tra trip-hop che via via si addolcisce e scie analogiche in dispersione. E oltre che fini musicisti i Seefeel si dimostrano anche aggiornati sulle mode e ne danno una lettura particolarissima: "Making" recupera i primitivismi chillwave, ricalcandone i tratti salienti, ma immergendo le dolci nenie targate Washed Out nell'acido. Il beat di di Bristol in chiusura fa il resto.
Le schegge ordinate di "Airless", giocata su onde e glitch, cui fa da contraltare un canto compassato e filtrato, i romantici droni di "Aug30" costituiscono il preludio alla finale "Sway", ideale conclusione per effetti, chitarre sfasate e sovrapposizione di voci idilliache.

Non c'è spazio per sentimentalismi di sorta. Questo album è un raga metallico che dipinge un quadro di crudezze e ambienti gelidi, mai però dimenticando di sottolinearne l'esistenza dell'opposto, di un calore forse nascosto ma pur sempre presente. Anche questo è amore.

01/02/2011

Tracklist

  1. O-On One
  2. Dead Guitars
  3. Step Up
  4. Faults
  5. Gzaug
  6. Rip-Run
  7. Making
  8. Step Down
  9. Airless
  10. Aug30
  11. Sway

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