Date Palms

Honey Devash

2011 (Mexican Summer)
neo psichedelia, drone music

È noto che il deserto è più uno stato dell'anima che solo un luogo geografico; l'assenza pressoché totale di vita permette a quelle poche che resistono di svilupparsi e fortificarsi come a pochi esseri è consentito sul globo terrestre. È anche, però, il luogo ideale per perdersi, in preda ad allucinazioni visive e sonore che lo rendono, musicalmente parlando, il luogo psichedelico per eccellenza.Il deserto ha ispirato, lungo la storia ormai pluridecennale del rock e del folk, molti artisti: da Woody Guthrie ai Doors di Morrison, passando per il polveroso blues di Captain Beefheart. Ma è stato anche fonte di ispirazione di parte della musica cosmica e new age degli anni 70 e, del resto, come non riconsocere la vasta solitudine di un deserto anche nelle chilometriche jam dei Deads? E i Tangerine?
Gregg Kowalsky e Marielle Jakobsons, provenienti da Oakland in California (ovviamente), sono due giovanotti con una solida preparazione ed esperienza in drone music. Kowalsky, newyorkese che tuttora risiede a Oakland, è uscito dal Mills College, dove s'è diplomato all'Accademia delle Arti in Musica Elettronica sotto la guida di Fred Frith, specializzandosi proprio in drone e noise music, con significative esperienze in psichedelia meditativa. Adocchiato da quelli della Kranky, ha cominciato a sperimentare con i nastri magnetici, gli oscillatori e tutte quelle sublimi diavolerie analogiche che fecero la gloria dei Froese e degli Schulze e se ne andava in giro col moniker bizzarro di Osso Bucco. Di lì a poco, nel 2006 pubblica proprio per la Kranky il suo primo vero lavoro: "Through the Cardial Window".

Tra il 2009 e il 2010 incontra la Jackobson, una violinista già nota negli ambienti alternativi per le sue sperimentazioni, che in giro si fa anche chiamare "darwinsbitch"... Che è tutto un programma. Diplomatasi anche lei al Mills College, nel 2006, prese quasi subito la strada della sperimentazione in soundscapes; perfezionatasi in Francia, al CCMIX (quello che fu il quartier generale di Iannis Xenakis), ritornò in patria con un bagaglio culturale e tecnico davvero notevole e cominciò a sperimentare presso il Cleveland Institute of Music.
La creatura nata dalla collaborazione tra questi due enfant terrible, i Date Palms appunto, sono il punto di arrivo delle loro pulsioni creative, volte alla definizione di un sound che recupera la dinamica del suono analogico e la produzione in multitraccia, e nel contempo il loro punto di partenza per intessantissimi "voli" psichedelici, come nella miglior tradizione della Baia.

Armati dei loro strumenti tradizionali, vintage, e accolti dalla Mexican Records (nelle cui fila contiamo tra gli altri, Ariel Pink, Wooden Shijps, Dungen e Kurt Vile) i Date Palms si lanciano in due vaste peregrinazioni musicali, aventi come comun denominatore il tema del deserto: "Honey Devash" sul lato A e "Honey Dune" sul lato B, per complessivi 38 minuti circa di musica.
Questa musica ha però qualcosa che si distacca e che meglio definisce la jam e la drone music della Baia; la strumentazione viene utilizzata in maniera quasi onomatopeica, in modo da evocare con una certa dovizia di particolari alcuni degli aspetti salienti dei paesaggi desertici: se la melodia statica del violino ci fa sentire il calore di una Death Valley, il Fender Rhodes evoca le notti gelide del Sahara; se il basso fuzz graffia come la sabbia del Mojave, le tastiere analogiche e i fiati ricordano il vento caldo del Gobi. Su tutto il sole che picchia forsennato e la permanenza che si fa sopravvivenza.

Indubbiamente la musica di Kowalsky e Jackobson non inventa nulla, né ha mai l'ambizione di farlo; per la verità nemmeno le interessa catturare troppo l'attenzione dell'ascoltatore (cosa che per certi versi avvicina questa musica all'ambient più intransigente). Quello che interessa davvero ai Date Palms è far vivere all'ascoltatore un'esperienza metafisica, legata alle oscillazioni degli apparati elettronici e acustici, che alla lunga danno davvero l'impressione che anche l'aria dell'ambiente nel quale ci si trova subisca quelle rarefazioni e inflessioni ottiche caratteristiche del miraggio.
Che dire? Buon viaggio.




Honey Devash (Edit)

 

22/12/2011

Tracklist

Side A:

Honey Devash

Side B:

Honey Dune

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