Dio salvi la regina e visto che c'è, anche un appoggio ad
Alex Turner potrebbe concederlo. Perché Alessandro è un cuor di leone e si è fatto crescere i capelli e il pizzetto e adesso pare un moschettiere, pronto a difendere il santo graal dalle frecce acuminate della critica.
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Arctic Monkeys e altri sudditi della ReginaO forse vuole solo passare inosservato, depistare, far perdere le tracce e trovare un po' di tranquillità nell'hotel della pace. Peccato che dentro il suddetto albergo ci sia un casinò tentatore e malefico, con una serie di slot machine e roulette che ti spingono a giocare con l'azzardo.
E così, quando meno te lo aspetti ecco apparire
l'album spiazzante, talmente differente da trovare sorpresi persino i compagni di viaggio, che dovrebbero essere pure co-protagonisti consenzienti.
E i fan? Si bevono tutto, si sa. Non è sempre così. E ci è parso di vedere che stavolta qualcuno sia stato parco anche con le stelline. Un'altra vittima sacrificata all'altare del pop britannico, elegante anche quando rattoppato, sfacciato anche quando ossequioso?
Qual è la ricetta per essere profeti in patria per sempre? Alex l'ha trovata o l'ha stracciata? E i suoi colleghi, storici e contemporanei, ma da subito classici?
Marco e Davide, armati di bombetta, partono per un viaggio direzione Big Ben, e prima che dica "stop" potrebbero aver scovato la soluzione. Qualora voleste seguirli, ricordatevi: la guida è a sinistra, e pure gli accordi.
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