L'unico riferimento rintracciabile sul web di questo progetto discografico è la brevissima notizia di un work in progress nel profilo artistico di Janek Schaefer.
"...On Reflection" è un disco che non ha ancora conosciuto l'ufficialità, nonostante il numero di catalogo della Temporary Residence lo indichi susseguente all'ultimo disco di Bruno Bavota "For Apartments: Songs & Loops".
La mancanza di qualsiasi anticipazione o pre-ordine lasciano presagire un rinvio, spero non una rimozione, certo è che questa collaborazione tra William Basinski e Janek Schaefer non merita l'oblio.
Prodotto da
Rafael Anton Irisarri e dedicato a
Harold Budd, l'album è una lunga composizione divisa in cinque parti, realizzata dai due musicisti in un arco di tempo che va dal 2015 al 2020.
L'americano William Basinski è a tutti noto per aver elevato il
loop ad arte sopraffina, il connazionale Rafael Anton Irisarri è, al pari, un punto di riferimento per la musica ambient-drone e per la contaminazione tra elettronica e neoclassica. Meno familiare il profilo del londinese Janek Schaefer, nonostante abbia spesso trovato spazio sulle nostre pagine, non ultimo il pregevole e sorprendente progetto su musiche di
Robert Wyatt "
What Light There Is Tells Us Nothing", suo primo album per la Temporary Residence, ma ben oltre il numero trenta nella personale discografia.
Con Irisarri al banco di regia, Schaefer prende deliziosamente il sopravvento creativo su Basinski, caratterizzando le cinque fasi di "...On Reflection" con sonorità elettroacustiche e meditative che restano amabilmente in bilico tra astrattismo ed espressionismo. Le composizioni scivolano tra ambientazioni oniriche ricche di riverberi pianistici e liquide sonorità elettroniche. Il minimalismo dei brani è fluido, tra dilatazioni armoniche e tonalità pastorali che raggiungono il loro climax nel gemellaggio con dei
field recording, il canto degli uccelli e il fruscio delle onde del quinto capitolo.
Privo di accenni scontrosi o eccessivamente introversi, "...On Reflection" rispetta tutti i canoni della più classica ambient-music, con un candore e una raffinatezza compositiva che regalano palpiti emotivi non immediatamente percettibili, eppur destinati a lasciare il segno.
Il suono è come una carezza, a volte puntellato dallo scandire più netto del piano ("...On Reflection - One"), melodicamente dimesso ma dannatamente affine alla musica cosmica tedesca ("...On Reflection - Three"), aulico e scultoreo nella sua lenta ma inebriante progressione ("...On Reflection - Two").
Non è dato ancora sapere cosa ne sarà di questo progetto a quattro mani, senza dimenticare le altre preziose due al banco di produzione, ma senza dubbio questa raffinata sintesi di bellezza e armonia non merita il silenzio, se non quello che incute nell'ascoltatore nei suoi quarantadue minuti di disincantata armonia.
16/01/2022