Per l’ex-chitarrista dei
Godspeed You! Black Emperor Roger Tellier-Graig, il progetto sperimentale Fly Pan Am, messo in piedi nel 1996, ha rappresentato la giusta occasione per svincolarsi dalla natura post-rock della band canadese. Con un suono più malleabile e versatile la band ha intercettato fluidi stilistici alla
Stereolab/
Throbbing Gristle/
My Bloody Valentine. Il percorso intrapreso da Tellier-Graig con la complicità di Eric Gingras, Felix Morel, Jean-Sébastien Truchy, Jonathan Parant è stato contrassegnato da una stravaganza stilistica stimolante nonché foriera di nuove suggestioni per le comunque fertili lande post-rock e avant-rock, un'avventura che si è interrotta dopo soli tre album nel 2004.
A quindici anni di distanza da “N'écoutez pas”, i Fly Pan Am rimettono in sesto il loro romantico noise-rock con un album frutto di ben due anni di attività live e in studio, ripristinando un flusso creativo che in verità non era mai stato del tutto interrotto. In questi ultimi anni Roger Tellier-Graig ha preso parte al progetto in trio Fousek/Hansen/Tellier-Craig, oltre ad aver suonato nell’album di
Jefre Cantu-Ledesma "Tracing Back The Radiance". Anche il resto della band ha sperimentato in lungo e in largo ampliando gli orizzonti (tra gli altri
Feu Thérèse, Avec Le Soleil Sortant De Sa Bouche, Pas Chic Chic, No Negative).
Con una rinnovata energia il quintetto riparte dalle attitudini shoegaze (“Distance Dealer”) spingendole ai confini del caos (“Alienage Syntropy”), per poi farle risorgere intrise di romanticismo
noir (“Interface Your Shattered Dreams”). La natura irrequieta di “C'est ça” rende stimolanti anche le pagine più accessibili e immediate del progetto: il
groove dance di “One Hit Wonder” si tinge di
trance psichedelica e scampoli noise, mentre tribolazioni elettroniche e urla in stile black metal scompongono le attitudini pop di “Bleeding Decay”.
Ipnotica e fluttuante, la musica dei Fly Pan Am sembra aver trovato finalmente una dimensione più congeniale. Il suono aspro e malinconicamente euforico di “C'est ça” vibra con un’inattesa potenza ed efficacia sonora, rendendo infine omogeneo un album dalla scrittura lievemente discontinua.
Nulla quaestio: la materia oggetto delle dissertazioni sonore di Roger Tellier-Graig e compagni è stata sempre caratterizzata da una volatilità creativa, per molti versi simile alla musica ambient.
Ad onor del vero i Fly Pan Am riescono nella difficile impresa di rendere costantemente eccitante un album stilisticamente prevedibile, un po’ come quando percorrendo in treno un percorso già noto, il paesaggio ci appare incantevole, diverso, magnifico.