Da oltre vent'anni i canadesi Godspeed You! Black Emperor sono tra gli artisti più capaci di descrivere la contemporaneità, creando imponenti e strazianti sinfonie dove l'epicità dei vertiginosi crescendo si coniuga con una sfiducia di fondo nelle capacità umane che toglie qualsiasi spazio a ogni visione ottimistica del futuro. Quella dei canadesi è la colonna sonora di un mondo che contempla inebetito il proprio disfacimento, che vede ogni giorno il baratro di fronte a sé ma non si cura di evitarlo finché ci sarà qualcuno prima a caderci dentro. Una sorta di orchestra del Titanic in versione post-rock che non può far altro che testimoniare la propria diversità rispetto alle moderne torri del potere contemporaneo, le "torri luciferine".
Immagina quegli edifici molto più tardi, svuotati e spogliati dei cavi e del vetro, ascolta - il vento sta fischiando attraverso tutte le fessure delle loro tremila finestre in fiamme!Come in un sogno ci viene descritta la strada per arrivare a tanto; impiccare i capi ("Bosses Hang"), i capitalisti duri e puri, gli sfruttatori del lavoro altrui, i predatori di ogni risorsa naturale adatta all'arricchimento senza limite, che condannano miliardi di persone alla precarietà e alla povertà. Divisa in tre parti, "Bosses Hang" è un'imponente sinfonia post-rock che usa la ripetizione ossessiva per creare ipnosi, che cresce sempre di più per creare immedesimazione e catarsi. Nulla di nuovo nella discografia dei Godspeed You! Black Emperor, ma la loro capacità emotiva è sempre quella degli esordi. I canadesi sembrano dirci quanto non è dei capi e delle loro falsità di cui abbiamo bisogno ma di ben altro.
Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono pale, pozzi e barricate!"Fam/Famine" descrive il destino di chi non si allinea al volere delle torri luciferine; guerre, poliziotti bambini, meritocrazia arbitraria, droni e carestie. È il brano più legato al massimalismo di Glenn Branca e all'avanguardia in generale; i rumori iniziali con i suoni d'archi sconfinano in muri di suono che si risolvono inevitabilmente nella stessa melodia di "Undoing A Luciferian Towers", perché è solo abbattendo le torri che si potrà ottenere la liberazione.
La foresta sta bruciando e presto ci daranno la caccia come lupiQuando nulla sarà rimasto delle torri luciferine allora potrà esserci un nuovo inizio; ecco quindi l'inno per il Non Stato ("Anthem For No State"), anch'esso diviso in tre movimenti. Ma per arrivare a tanto bisognerà toccare il fondo, deturpare la terra di ogni materia prima, di ogni goccia di petrolio, di ogni minerale; sarà probabilmente la natura a salvarci, non l'uomo. Il clima è quindi perennemente depresso, la strada per il "Non Stato", potremmo dire della caduta degli stati moderni, è costellata di archi malinconici ("Pt. I"), chitarre desert-rock in stile Calexico ("Pt. II") e sopratutto di un finale epico ("Pt. III") che fa immaginare le colonne sonore di Ennio Morricone suonate con orchestra post-rock. Distorsioni, droni e rumorismi si legano a melodie solenni che fanno coesistere gioia e disperazione, apocalisse e rinascita.
Il Canada svuotato dei suoi minerali e del suo sporco petrolio, svuotato dei suoi alberi e dell'acqua. Una terra rovinata che annega in una pozzanghera coperta di formiche."Luciferian Towers" è dedicato a "tutti coloro che sono persi e che si pongono delle domande". Sembra poco, ma queste caratteristiche, in un mondo così omologato, sono rivoluzionarie. Come da vent'anni la musica dei Godspeed You! Black Emperor.
26/09/2017