Prima di addentrarci nell'analisi dell'ultima fatica di Geoffroy D. e del suo progetto Derniere Volontè, è forse necessaria - e doverosa - una premessa: per chi scrive, l'ensemble francese ha rappresentato, senza alcun ombra di dubbio, uno degi episodi più interessanti partoriti dalla scena neo-folk europea degli anni 2000.
Il progetto transalpino nasce e si sviluppa all'ombra dell'ala protettiva di Albin Julius - nume tutelare di
Der Blutharsch - e della sua etichetta Hau Ruck!, per cui monsieur D. pubblica gran parte del proprio materiale - ivi compreso quest'ultimo "Immortel": fin da subito però Derniere Volontè riesce ad affrancarsi da alcuni di quei cliché estetico/musicali che tendono a ripetersi, stancamente e senza soluzione di continuità, all'interno del genere. Il Nostro evita accuratamente di abbandonarsi alla fiacca riproposizione di quelle formule, liriche e musicali, partorite a suo tempo da
Death in June e
Sol Invictus - padri nobili, loro malgrado, del genere - e che troppo spesso hanno caratterizzato la produzione discografica di gran parte delle band d'area.
Geoffroy D. - in compagnia di altri progetti europei partiti da un comun denominatore neo-folk, come il caso dell'ottimo
Spiritual Front, e che in seguito sono stati capaci di affrancarsene - ha invece saputo rielaborare le intemperanze più marcatamente marziali del genere all'interno di soluzioni sonore che nel tempo hanno strizzato sempre di più l'occhio al pop di matrice sintetica: il gusto per la melodia, semplice e diretta, è sempre stato, infatti, il vessillo attraverso cui riconoscere le opere del progetto francese.
Questo strambo connubio - strambo, si intende, per i soli puristi del genere - ha portato quindi Geoffroy D. nel 2006 a concepire quello che possiamo considerare uno degli apici creativi di Derniere Volontè: "
Davant Le Miroir". All'interno di questo lavoro, monsieur D. seppe infatti concepire l'equazione perfetta di bilanciamento tra inflessioni più marcatamente marziali e momenti synth-pop: un pezzo come "La Nuit Revient" sublimava alla perfezione la nuova poetica di Derniere Volontè, marcando, tra le altre cose, uno dei vertici toccati dalla discografia del progetto francofono.
Da allora calò il silenzio sulla produzione del progetto francese, un silenzio protrattosi fino ad oggi e che si è interrotto solamente per dare alla luce un opinabile
live album - "Le Chaval de Troie" - e una manciata di trascurabili Ep. Nel frattempo, nel 2008 il Nostro esordiva sul mercato discografico con il progetto Position Parallele, dando libero sfogo, nell'album omonimo, al proprio amore per le plasticità sintetiche di derivazione
eighties.
In molti, tra cui chi scrive, confidavano che il suddetto esperimento si sarebbe rivelato una parentesi nel percorso creativo di Geoffroy D.: un momento, per l'appunto, in cui dare fondo a tutte le angosce pop fin qui incubate , una valvola di sfogo necessaria che si sarebbe presto chiusa per lasciar spazio a un nuovo lavoro targato Derniere Volontè, che sarebbe dovuto ripartire laddove il cammino si era interrotto con "
Davant Le Miroir". Così non è stato.
"Immortel", infatti, non rappresenta un evoluzione nel suono del progetto francese, non è nemmeno un ritorno alle origini marziali del primo Derniere Volontè: è puro e semplice esercizio di stile.
Basterebbe infatti ascoltarsi il trittico "Corps Languissant"-"Le Plus Secret"-"Maintenant" per avvertire una spiacevole sensazione di
deja vu: i pezzi in questione, infatti, non sono nient'altro che una ulteriore riproposizione della felice intuizione avuta nel 2006 da monsieur D. nello scrivere "La Nuit Revient". Le quattordici canzoni contenute in "Immortel" ripetono infatti, per tutta la durata del lavoro, quegli stessi identici stilemi musicali già percorsi all'epoca della suddetta canzone: arpeggiatori ammiccanti accompagnati dai battiti danzerecci di una
drum machine minimale su cui si adagia la calda e suadente voce del nostro monsieur D.
A dire il vero, all'interno del lavoro in questione il Nostro tenta, goffamente, di inserire qualche timido accenno di discontinuità: ed ecco quindi affiorare l'imbarazzante solennità di un organo - "Trop Tard" - a cui fa da contraltare un fugace accenno di ritmiche marziali - "A Jamais".
In definitiva, trattasi di un esperimento mediocre, più probabilmente - come si diceva prima - di mero esercizio di stile a cui possono tranquillamente sottrarsi tutti quei fan devoti al verbo di monsieur D. Nel caso in cui, visto l'approssimarsi della canicola estiva, vi trovaste invece alla ricerca di un lavoro senza alcuna pretesa e in cui, tra le altre cose, è possibile trovare una manciata di
hit a buon mercato: accomodatevi, "Immortel" potrebbe fare al caso vostro.
Peccato, monsieur D., da lei ci saremmo aspettati di più, molto di più.
10/06/2010