L'islandese Ólafur Arnalds (Mosfellsbær, 3 novembre 1986) è riuscito con le sue stratificate composizioni a mescolare sonorità elettroniche allo stile delle grandi composizioni orchestrali.
La musica di Ólafur Arnalds esplora l'incontro tra la classica e il pop, mescolando chitarre e piano con una spruzzata di elettronica. È un mondo fatato e magico quello dipinto dal compositore islandese: un mondo fatto di lievi tocchi di pianoforte su leggere basi elettroniche e avvolgenti quanto glaciali suoni di archi. L’universo sonoro di Arnalds è quello che ha fatto conoscere l’Islanda musicale in tutto il pianeta, dalle suite senza fine di Sigur Ros e Mùm, alle ricerche raffinatissime costruite dagli archi e da flebili echi elettronici che rimandano alla scuola del compianto Jóhann Jóhannsson e di Peter Broderick fino al puro classicismo del pianoforte che poi è il vero protagonista della musica di questo versatile compositore.
Il nome di Ólafur Arnalds balza all’attenzione degli amanti delle ovattate emozioni sonore nel 2006, con un album autoprodotto intitolato “Eulogy for Evolution”, nel quale accanto a lente e delicate
piéce pianistiche trovavano spazio un paio di irruenti impennate elettriche in classico stile post-rock. Gli fa subito seguito l'Ep "
Variations Of Static" l’anno dopo. Tra il 2009 e il 2011 Arnalds realizza i due progetti "
Found Songs" e "Living Room Songs".
È tuttavia nel 2013 che inizia a farsi conoscere al grande pubblico, grazie all’album "For Now I Am Winter". Il singolo “A Sutter” viene utilizzato nel film "
Taken 3" con Liam Neeson, e insieme a “For Now I Am Winter” e “Carry Me Anew” è incluso anche nel film "
Mia madre" di
Nanni Moretti. Nello stesso anno Ólafur inizia a curare la colonna sonora per la serie tv inglese "Broadchurch", che nel 2014 vince il premio Bafta.
Nel 2016 è la volta di una nuova immersione nelle atmosfere rarefatte delle sue gelide terre in "
Island Songs" (2016). Assieme al collega
Jóhann Jóhannsson, divenuto famoso con le colonne sonore per il cinema, Ólafur Arnalds è ormai diventato il compositore islandese più noto della scena neoclassica, pubblicato da un marchio prestigioso come Mercury Classics. Ma non appena raggiunto (meritevolmente) il traguardo della notorietà, Arnalds sembrava aver lasciato un po' da parte il delicato minimalismo degli
esordi su Erased Tapes, tentando di dar forma a opere di più ampio respiro ("
For Now I Am Winter") o recuperando la tradizione romantica ("
The Chopin Project" con Alice Sara Ott). Ora egli stesso riconosce che la sua vera vocazione è quella di raccontare in musica la realtà geografica e umana da cui proviene: il modo migliore per riavvicinarla era mettersi in viaggio e lasciarsi ispirare sul momento, raccogliendo le sensazioni evocate dai diversi contesti in altrettanti piccoli brani strumentali, occasionalmente cantati o recitati.
Due anni dopo esce "
Re:member" (2018), album di sperimentazione per il quale, insieme all’amico e
sound designer Halldór Eldjárn e al produttore islandese Bngrboy, usa un software innovativo che trasforma il pianoforte in uno strumento completamente nuovo. Il programma, generato dall’interazione di tre pianoforti (uno colpito a mano, gli altri due tramite intelligenza artificiale) è capace di creare sequenze meravigliose in un mix di armonie di archi arieggiati che portano a finali elettronici brillanti.
Nel 2019 Ólafur Arnalds inaugura l’ottava edizione del festival Piano City Milano e si esibisce sul Main Stage della GAM – Galleria di Arte Moderna con una
performance immaginifica su tre pianoforti (un gran coda e due verticali) e un programma di brani che offre lo spunto per raccontare i suoi paesaggi naturalistici, fra boschi e suggestioni legate al panorama e ai cieli del Nord.
Il suo ultimo album è "
Some Kind Of Peace", del 2020, una sorta di viaggio alla ricerca della pace, nel caos della pandemia di Covid-19, rivelatore del percorso personale e creativo del compositore islandese, ancora una volta fatto di semplici e delicati motivi di pianoforte e archi che si fondono con l’elettronica ambientale e una voce soffusa.