Caterina Barbieri

Spirit Exit

2022 (Light Years)
elettronica, new age

When it comes, the landscape listens   
Shadows hold their breath
(Emily Dickinson, da "There's A Certain Slant Of Light")

Anni luce. Si parte da qui. Dall’unita di misura per antonomasia. Quantomeno in astronomia. E per chi, come Caterina Barbieri, deflette la propria gravità interiore per provare a espandersi con mente, anima, corpo, e nello specifico anche con il proprio strumento, oltre il guscio della Terra.
La compositrice bolognese giunge alla prima prova sulla sua Light Years - nomen omen, appunto - con “Spirit Exit”, titolo che dice tutto su quanto esposto poc’anzi. Una velleità osata da un numero incalcolabile di pionieri cosmici e new age negli anni “migliori”. Da Steven Halpern a Suzanne Ciani. Tanto per citare i riferimenti più immediati, repentini, prossimi alla musica della Barbieri, in particolare alla ricerca fin qui esposta nella sua carriera. Ma il 2022 non è il 1982. E Caterina Barbieri non si ferma di certo al “perimetro”, allo stupore asciutto per le attrattive siderali, tutt’altro: si circonda di archi, chitarre. E usa, finalmente, la propria voce.

 

Si può dire con contezza che sono lontani i tempi di “Patterns Of Consciousness”, salvo rari momenti, come ad esempio nel crescendo di “Knot Of Spirit”, anima calda di un disco che porta con sé anche il dolore che la carnalità giocoforza impone.
Epica come mai prima d’ora, fluttuante tra le stelle, Caterina Barbieri si spoglia della cibernetica che ha in parte contraddistinto le prime luci del suo teatro sintetico, e indossa parole che sanno di pezzi di vetro, frammenti di un vissuto nient’affatto atemporale, come imporrebbe sommariamente l'opera. Accade quindi in “Broken Melody”, la traccia più “umana” del lotto, che lo smarrimento di una perdita prenda il controllo di questa Soyuz figurata, tra squarci, patch che mutano in lame, e un’ugola che si dimena alla ricerca di un abbraccio svanito.

Even if you're gone
I will hold you
Under my eyelid forever
Accessing edges
Of ecstasy
That no other alien could imagine
The noise of you
Threatens to
Overwhelm the signal

I vortici al synth diventano dunque pretesti, mentre le variazioni mappe da consultare per infarcire il suono di un bagliore inedito. “Life At Altitude” decolla e atterra su vette altissime. La Barbieri “calpesta” i tasti ad occhi chiusi, immaginandosi vicina al lampo di una supernova o alla cima di una montagna, fate un po' voi; precipita, dondola, vaneggia. E fa addirittura suo il castello interiore di Santa Teresa D’Avila, percorrendo le sette stanze per ricostruirne un’ideale colonna sonora; rielabora emotivamente le teorie postumane di Rosi Braidotti, interiorizzandole attraverso i modulari. Infine, Emily Dickinson e le inclinazioni di luce da seguire, per unire in qualche modo poesia ed elettronica, il Brian Eno di “An Ending (Ascent)” e un universo parallelo il cui spirito è forse ciò a cui la "teatrante" emiliana punta con tutto il cuore in un album ancora una volta riuscito.

09/08/2022

Tracklist

  1. At Your Gamut
  2. Transfixed
  3. Canticle of Cryo
  4. Knot of Spirit (Synth Version)
  5. Broken Melody
  6. Life at Altitude
  7. Terminal Clock
  8. The Landscape Listens


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