Hildur Gudnadottir

Joker (Original Motion Picture Soundtrack)

2019 (WaterTower Music)
soundtrack

Se c’è una musicista per cui il 2019 sarà ricordato come un anno indimenticabile, questa è senz’altro la violoncellista Hildur Gudnadottir, che in pochi mesi ha pubblicato la colonna sonora di “Chernobyl” - la serie Tv più apprezzata e premiata dell’anno (vincitrice agli Emmy Award, serie dell’anno della Television Critics Association) - e del film “Joker”, Leone d'oro a Venezia come miglior film e candidato a una prevedibile scorpacciata di Oscar tra pochi mesi. Essere l’autrice della serie tv e del film che più hanno fatto discutere nel 2019 sarà certamente un'immensa soddisfazione per la musicista islandese.

"Joker" è un film capace di emozionare come raramente capita al cinema. Un film tragico e straziante, ma allo stesso tempo carico di capacità di immedesimazione quasi "collettiva", come la vera arte deve saper fare. La storia di un uomo che cerca in ogni modo di inserirsi all'interno di un constesto normale (lavora, accudisce la madre, sogna una relazione), ma non può realizzare neanche in parte la sua pur minima ambizione, in quanto costantemente tradito e abbandonato, prima dalla madre e dal padre biologico, poi dal padre "sognato" (il conduttore interpretato da Robert De Niro), infine da una società iperliberista senza scrupoli. Questo è uno di quei casi in cui la troppo abusata parola capolavoro non appare affatto esagerata. Anche la scelta dei vari brani non originali è significativa, soprattutto la versione di “Smile” cantata da Jimmy Durante - modificata rispetto all’originale con inserti elettronico/sinfonici che donano al brano un’epica in stile Morricone (il finale sinfonico) e un'opprimente claustrofobia (gli inserimenti di synth) - appare come una piccola perla di reinterpretazine moderna di brani di altre epoche.

La colonna sonora di Hildur Gudnadottir, in tanta grandezza, entra quasi in punta di piedi, senza voler disturbare nessuno o semplicemente cercando di non intralciare la potenza estrema delle immagini. Nei diciassette brani brevi (trentasei minuti in totale), Gudnadottir cerca di inserirsi nella sceneggiatura del film accompagnando le immagini con garbo e pacatezza, utilizzando - come di consueto - violoncello ed elettronica, strumenti che si compenetrano tra loro per accompagnare la caduta infinita della psiche del protagonista Arthur, vero elemento base che ha ispirato la composizione dei brani.

Non si può non immergersi nelle scene del film riascoltando brani come “Bathroom Dance”, semplice suono di violoncello con un appena udibile substrato elettronico con cori femminili che fanno da sottofondo alla straziante danza di Arthur per allontanare il trauma dei primi omicidi. Il suono si fa scarnificato al massimo in brani come “Hiding In The Fridge” - la terrificante scena in cui Arthur, per isolarsi dal mondo violento che lo schiaccia quotidianamente, si rifugia dentro il frigo del suo appartamento. Altrove, ci sono ritmo e una maggiore energia, ma la base rimane costantemente monocromatica. Ad esempio, “Defeated Clown”, dove un macabro violoncello viene accompagnato da lente percussioni dal ritmo funereo, o “Following Sophie” in cui la Gudnadottir segue il fallimentare percorso di Arthur verso il sogno di una vita normale (nella scena segue, sognando di avere una relazione con lei, la sua vicina di casa).

Il rapporto spaventoso con le due figure chiave che hanno causato l’abisso di Arthur, la madre e il padre, sono descritti in modo altalenante. Per quanto riguarda la madre, inizialmente un punto di riferimento, Gudnadottir sceglie un brano più arioso e carico di speranza (“Young Penny”), poi dà spazio alla paura per lo stato di salute (“Penny Taken To The Hospital”) per poi cadere, dopo la scoperta della verità, nell’abisso di “Confession”. All’incontro col padre e col fratello futuro Batman ancora bambino, scene centrali del film che segnano il definitivo tradimento, è dedicato uno dei brani più lunghi (“Meeting Bruce Wayne”). Imponente e lento, con ritmo lugubre, rappresenta il requiem di Arthur che - tradito dal padre, dalla madre e quindi dal mondo intero - è pronto per trasformare la sua vita da dramma in commedia e diventare Joker. Una colonna sonora incentrata sulla mente del protagonista, che ne accompagna fedelmente il percorso verso il fondo (l’eterna discesa, come disse Van Gogh della propria vita), per un film che è destinato a rimanere sia nella memoria che nella storia del cinema.

14/11/2019

Tracklist

  1. Hoyt’s Office
  2. Defeated Clown
  3. Following Sophie
  4. Penny In The Hospital
  5. Young Penny
  6. Meeting Bruce Wayne
  7. Hiding In The Fridge
  8. A Bad Comedian
  9. Arthur Comes To Sophie
  10. Looking For Answers
  11. Penny Taken To The Hospital
  12. Subway
  13. Bathroom Dance
  14. Learning How To Act Normal
  15. Confession
  16. Escape From the Train
  17. Call Me Joker




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