Proper Ornaments

Foxhole

2017 (Tough Love)
indie-pop, psych-folk

Strana sorte quella dei Proper Ornaments, band predestinata all'ovazione da parte dei cultori delle band indie-pop, soprattutto in virtù delle suggestioni sonore molto vicine ai Velvet Underground più morbidi, e invece emarginata ai confini del movimento neo-psych-folk. Vero è che il primo vero album della band, "Wooden Head" (il precedente "Waiting For The Summer" era una raccolta più simile a un mini-album), appariva come una pallida imitazione delle loro avventure collaterali, priva di spunti memorabili: James Hoare era difatti reduce dai fasti dei Veronica Falls, mentre Max Clapps suonava in tour con i Toy, band nella quale entrerà a far parte nel 2015.

Le registrazioni del secondo album "Foxhole" hanno infine messo a dura prova non solo le sorti della band, ma anche l'amicizia tra i due musicisti: un errore tecnico distrusse parte del materiale registrato, provocando uno scollamento dei membri della band e il conseguente accantonamento del progetto.
A questo punto James Hoare si è concentrato sulla sua avventura in duo con Jack Cooper dei Mazes (gli Ultimate Painting), realizzando un trio di raffinati album monocromatici che hanno assecondato quell'indole più malinconica che Hoare e Clapps (ora Oscarnold) avevano indicato come chiave di volta del nuovo corso dei Proper Ornaments.

L'amicizia ritrovata e la messa a disposizione da parte di James del suo studio privato di registrazione ha permesso al gruppo di rielaborare e rimettere in sesto il suo album abbandonato. Per la genesi di "Foxhole" i due musicisti hanno stravolto in parte il metodo compositivo, affidando al piano il ruolo di strumento cardine del loro approccio creativo, per poi rielaborare il tutto con vellutati intrecci chitarristici che a tratti evocano i Felt o i Teenage Fanclub. Daniel Nellis (basso) e Booby Syme (batteria) completano la line-up, suggerendo un assetto definitivo per la band, pronta a sperimentare anche l'esperienza live.

Senza far gridare al miracolo, i Proper Ornaments riescono finalmente a convincere. Le canzoni scivolano con maggiore fluidità armonica, i richiami e le ingenuità degli esordi sono in parte stemperati grazie a una scrittura più matura. Ai riff forzati e furbescamente nervosi di "Wooden Hand" la band ha sostituito un incastro lirico più nostalgico e appassionato.
È rimasto ben poco di quel suono emulo dei Jesus & Mary Chain che nella parte centrale del precedente album diede vita a una sequenza di inutili esercizi di scrittura indie-psych-pop (da "Magazine" a "Tired Me Out", per intenderci).

Il singolo "Memories", che ha anticipato l'uscita, è in verità esplicativo del nuovo corso della band. Il mood è più vicino ai Left Banke o a Harry Nilsson, il piano conduce la melodia diffondendo la giusta dose di malinconia e lasciando quel delizioso margine di felicità che ha spesso nobilitato le più affascinanti canzoni tristi. Le inevitabili pagine di routine sono stemperate da sonorità più accorate, mentre la nostalgia si agita dietro le vibranti "1969" e "When We Were Young", anche se sono le ballate acustiche il punto di forza dell'album.
Il lirismo articolato e raffinato della beatlesiana "Just A Dream" e il minimalismo sonoro in bilico tra acustica ed elettronica di "Jeremy's Song" segnano un'evoluzione dello scripting, mentre il mood quasi country di "I Know You Know" e la gentile psichedelia di "The Devils" sottolineano il nuovo approccio creativo.

Che Hoare abbia mutuato la sua esperienza con gli Ultimate Painting in questo nuovo capitolo dei Proper Ornaments appare ancora più evidente in "Back Pages 2" e "Bridge By A Tunnel", ma considerando i buoni risultati, è un peccato veniale facilmente perdonabile.

19/06/2017

Tracklist

  1. Back Pages
  2. Cremated (Blown Away)
  3. Memories
  4. Just A Dream
  5. 1969
  6. The Frozen Stare
  7. Jeremy's Song
  8. When We Were Young
  9. Bridge By A Tunnel
  10. I Know You Know
  11. The Devils


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