Daniele Luppi & Parquet Courts

Milano

2017 (30th Century)
alt-rock, jazz

E’ sempre una sensazione piacevole scorgere frammenti d’Italia in progetti musicali dal respiro internazionale, ancor più in un momento nel quale la nostra penisola non spicca certo per appeal, racimolando cocenti delusioni persino nel tanto amato circo calcistico.
Dopo l’esperienza di “Rome”, condivisa con Danger Mouse, Jack White e Norah Jones, il “nostro” Daniele Luppi, da tempo di stanza negli Stati Uniti, si lascia riprendere dalla nostalgia, che lo porta a completare la seconda tappa del proprio ideale giro d'Italia.

Il compositore italiano questa volta stringe una proficua partnership con i newyorkesi Parquet Courts, pronti a prendere la palla al balzo per scongiurare il rischio-monotonia che potrebbe derivare da una produzione discografica intensa.
Luppi inquadra il capoluogo meneghino nel bel mezzo degli anni 80, fissando istantanee sulla rampante Milano delle sfilate di moda, degli yuppie, del Ramazzotti (l’amaro) e della cocaina a go-go, raccontandola spesso dalla parte dei reietti, di coloro che osservarono quel tripudio edonista senza poterne far parte.

Dal punto di vista musicale, ne esce fuori un’opera priva delle caratteristiche da soundtrack di “Rome” e fortemente incentrata sul ruolo delle chitarre, su modalità così tipicamente Parquet Courts da rendere quasi impercettibile la presenza di Luppi, eccezion fatta per la conclusiva strumentale jazz-jam “Café Flesh” e per il finale iper-cool di "Mount Napoleon”, arricchito da un sax in odore di “Walk On The Wild Side”.
Dentro “Milano” ci sono sprazzi che meritano di essere sottolineati, come la perfetta sintesi fra Velvet Undergorund e Sonic Youth nell’iniziale “Soul And Cigarette”, con quei campanellini che fanno tanto “Sunday Morning”, e come i mirabili incroci basso-chitarra che nobilitano “Flush”, sublimati dalla bella chiusura che porta in dotazione una lieve deriva noise.

Spesso protagonista la voce dell’ospite di lusso Karen O, presente in quattro delle nove tracce in scaletta, a partire da quella “Talisa” che la conferma fra le più autorevoli eredi di Siouxsie Sioux, fino all’irresistibile “Pretty Prizes”, unico sviluppo a due voci con Andrew Savage, fresco d’esordio solista, che snocciola anche qualche parola in un simpatico italiano.
E' grazie a progetti come questo che ci svegliamo dal torpore autunnale e acquisiamo consapevolezza su quanto l’Italia abbia storie da rispolverare e raccontare fuori dai confini nazionali. Nel campo dell’alternative-rock continuiamo a restare ai margini dell’impero, anche perché nessuna delle nostre migliori formazioni riesce a pensare un lavoro architettato in questi termini. Magari al prossimo capitolo il buon Luppi proverà a indossare i panni del mecenate, lanciando in orbita una band di casa nostra, chissà che ci stia già pensando…

22/11/2017

Tracklist

  1. Soul And Cigarette
  2. Talisa
  3. Mount Napoleon
  4. Flush
  5. Memphis Blues Again
  6. Pretty Prizes
  7. The Golden Ones
  8. Lanza
  9. Café Flesh