True Widow

Avvolgere

2016 (Relapse)
stoner-rock, slowcore

A tre anni di distanza dal precedente “Circumambulation” tornano i True Widow dell’ex-Slowride Dan Phillips con il loro quarto album, che si pone ancora al crocevia polveroso tra stoner-rock e shoegaze, strizzando l'occhio alle proprie reminiscenze blues e indie-rock. Il trio texano prova a perfezionare la personale formula “stone-gaze” facendo galleggiare il proprio suono sporco, distorto e gonfio di watt, in una dimensione narcotica e onirica che prende curiosamente il nome di un verbo italiano: “Avvolgere”.
La prima definizione del vocabolario italiano riguardo al verbo avvolgere recita così: ”Girare una o più volte una cosa intorno a un’altra o su sé stessa”, e sembra proprio il procedimento adottato da Phillips e compagni per costruire la propria musicalità ritmica e melodica.

Il riff granitico dell’opener “Back Shredder” gira infatti con immane pesantezza su se stesso, la voce del chitarrista sembra provenire da un drone che fa fatica a prendere quota. Le stesse identiche modalità vengono riprese per costruire il primo singolo “Theurgist”, un monolite che riesce sempre a tenere sulla corda con le melodie a galleggiare prive di gravità su una chitarra sgranatissima. La formula sonora della band è consolidata nella sua potente flemmaticità, non ci sono sostanziali variazioni o nuovi picchi rispetto al disco precedente che possano far gridare al miracolo, ma i musicisti sembrano focalizzati più sulle canzoni che sulle proprietà narcolettiche del proprio suono, il che è un’ottima cosa se i risultati sono quelli della convincente “F.W.T.S:L.T.M.”, dove la potenza dei watt viene controbilanciata da una splendida linea melodica.
A spezzare la monotonia e il monolitico viaggiare dell’album c’è il maggior coinvolgimento della bassista Nicole Estill nelle parti vocali, come nella breve elegia acustica di “To All That He Elong” o nell’incedere quasi grunge di “Sante”.

Questa intrigante alternanza vocale trova il suo climax in “The Trapper & The Trapped” dove il verbo avvolgere si fa riflessivo e il suono lo segue arrotolandosi, avviluppandosi su se stesso come le spire di un serpente. In altri frangenti (“Entheogen”) il trio si diverte a indurre uno stato di trance ipnotico incanalando la lentezza doom in una melodia dalle tinte dark solo lievemente accarezzata dal lento e distante salmodiare di Phillips. Non tutto funziona bene, però: “O.O.T.P.V.”, ad esempio, prende troppo alla lettera il titolo dell’album, perdendo energia mano mano che i pattern strumentali si ripetono ciclicamente, finendo per suscitare una certa noia. La conclusiva “What Finds Me” vede ancora la voce della Estill in primo piano, ed è un abbandonarsi quasi blues a far sciogliere la tensione che pervade l’intero lavoro, sei minuti in cui la band rende più lieve il peso dello stoner-rock, si lascia andare all’abbraccio confortante dello shoegaze, rendendo il viaggio intrapreso meno monotono e lasciando l’ascoltatore con un sapore di romantica leggerezza in bocca.

Anche se i tre formalmente restano granitici e impassibili nel loro percorso sonoro, è indubbio che il fascino dei True Widow sia proprio nella dimensione quasi metafisica che la loro musica riesce a proiettare, ed è proprio questa (apparente) staticità che fa risaltare ancora di più sia alcune inaspettate aperture melodiche, che il sapiente alternarsi tra le voci maschili e femminili, ormai diventato un loro marchio di fabbrica. Un ritorno convincente.

27/10/2016

Tracklist

  1. Back Shredder   
  2. Theurgist
  3. F.W.T.S:L.T.M.
  4. The Trapper & The Trapped
  5. O.O.T. P. V.
  6. Entheogen
  7. To All That He Elong
  8. Sante
  9. Grey Erasure
  10. What Finds Me

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