Tindersticks

The Waiting Room

2016 (City Slang)
chamber-pop

Rarefatto, romantico, dolente, elegante, notturno, ma soprattutto cinematografico, sì, questo potrebbe essere l’aggettivo giusto per classificare “The Waiting Room”,  il lavoro targato 2016 di una delle poche band della nidiata brit anni 90 (ma anche all’epoca aveva ben poco a che fare con Oasis, Blur e affini, ai quali veniva affiliata giusto per mera comodità) a sapersi trasformare in qualcosa di veramente “altro”, in qualcosa di veramente “adulto”.
Cinematografico non solo per una questione di suoni, ma perché nella deluxe edition ogni traccia è accompagnata da un cortometraggio affidato a un brillante regista, fra i quali spicca il nome di Claire Denis, nota cineasta francese per la quale la band ha spesso prodotto colonne sonore (alcuni estratti vennero raccolti nell’antologia “Claire Denis Film Scores 1996-2009”).

Soffermandoci sui contenuti musicali, “The Waiting Room” si presenta come una raccolta di undici composizioni dal notevolissimo impatto emotivo, perfette per spingere con grande ambizione il chamber-pop della band guidata da Stuart Staples verso molteplici (e mai troppo scontate) direzioni.
Si passa dai rigogliosi arrangiamenti jazzy style di “Help Yourself” al sofferto minimalismo per soli voce e synth della title track, dai trasognati landscape strumentali di “Follow Me” (cover di una traccia tratta dalla colonna sonora del film “Gli ammutinati del Bounty”), “This Fear Of Emptiness” e “Planting Holes” alla commovente ballata lunare “How We Entered”, che unisce idealmente Nick Cave e Michael Stipe in una sola persona, fino alla iperperfezione formale del pop d’autore che caratterizza “Were We Once Lovers”, “Second Chance Man” e “Like Only Lovers Can”.

Ma non è finita qui: la “sala d’attesa” dei Tindersticks viene arricchita dalla presenza di due voci femminili in grado di fornire un ulteriore plus al disco, grazie a due duetti decisamente riusciti. Il primo, “Hey Lucinda”, è particolarmente sentito in quanto vede protagonista la voce di Lhasa de Sela, scomparsa nel 2010 per un male incurabile, e in passato già collaboratrice occasionale della formazione inglese.
La seconda collaborazione, decisamente più hype, è con Jehnny Beth in “We Are Dreamers!”: la leader delle quotatissime Savages, in campo proprio in questi giorni con il fulminante “Adore Life”, è il perfetto contraltare alla drammatica esecuzione di Stuart Staples.

Forte di una pazzesca personalità, completamente privo di cadute di tono, dal livello emozionale tremendamente alto, “The Waiting Room” si impone come disco di indiscutibile caratura.
Non credo rischieremmo di prendere un clamoroso abbaglio classificandolo non solo come uno dei capolavori dei Tindersticks (al limite a pari merito con l'esordio del 1993), ma persino come uno dei migliori album chamber-pop di tutti i tempi.

09/02/2016

Tracklist

  1. Follow Me
  2. Second Chance Man
  3. Were We Once Lovers
  4. Help Yourself
  5. Hey Lucinda
  6. This Fear Of Emptiness
  7. How He Entered
  8. The Waiting Room
  9. Planting Holes
  10. We Are Dreamers!
  11. Like Only Lovers Can

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