Coraggiosa, indomita, libera. Così avevamo lasciato Nada all'indomani dell'uscita di “Occupo poco spazio”, più o meno due anni fa. E così la ritroviamo oggi, dieci nuove canzoni in pugno e la netta sensazione di avere di fronte un'artista che sa sfidare ogni preconcetto e qualsivoglia ragionevolezza per andare oltre, che sia se stessa o gli altri. Perché c'è qualcosa di irrazionale, verrebbe da dire di romantico (se lei probabilmente non rifiutasse – immaginiamo - questa definizione), nel seguire la parabola di una Malanima che ha lasciato alle spalle le velleità di un posto al sole che ormai le stava stretto per preferire le difficoltà e le incognite di una seconda carriera senza altre imposizioni oltre a quella, sacra, di fare e dire ciò che le pare.
Ecco, in questa Italietta in cui si sgomita e ci si accapiglia per un poco di risibile visibilità, Nada coltiva la sua libertà di artista con un piglio e un'ostinazione da far quasi rabbrividire. Si circonda di artisti giovani (mettiamo al bando una volta per tutte la parola “emergenti”) e se li porta in tour. Chiama in causa Enrico Gabrielli, uno che indubbiamente sa il fatto suo, e a lui affida un album. E poi, quasi a misurare ancora una volta se stessa, adesso decide di fare tutto da sola, scrivendo e registrando i pezzi su GarageBand, come una qualsiasi teenager nata nel terzo millennio.
In queste dieci canzoni, poi registrate e messe a punto a Ferrara nello studio di Manu Fusaroli, ci sono tutte le Nada che conosciamo. Quella innamorata di “L'estate sul mare” e “Non sputarmi in faccia”; quella battagliera (“io non so quando uscirò/ se brucerò il motore aspettandoti a un semaforo/ ti comprerò un bel biglietto/ per un vaffanculo senza ritorno”) di “Non capisci più”; quella gioiosamente sovversiva di “Aprite la città”; quella irresistibilmente pop-rock di “Una pioggia di sale” e “La canzone dell'amore”; quella sofisticata di “Finché tu vorrai”; quella che denuncia i soprusi alle donne in “Ballata triste”; quella di “All'aria aperta”, che tra impulsi avanguardisti e cantautorato ribelle è un po' la sintesi di tutte le altre Nada precedentemente incontrate.
Se analizziamo le canzoni, il campionario di “L'amore devi seguirlo” è probabilmente inferiore nel complesso agli spunti di “Occupo poco spazio”. Il nuovo album, però, si misura con altri parametri: nello spirito che lo attraversa, nel coraggio di cambiare strada, nella spontaneità travolgente che ancora oggi (anzi: oggi più che mai) fa di Nada un'artista unica e necessaria.
09/02/2016