Chanfrughen

Shah Mat

2016 (Molecole Produzioni)
prog-rock, alt-rock
6.5

I savonesi Chanfrughen debuttano con “Musiche da inseguimento” (2014), album molto sostenuto e sopra le righe, un blues-pop Zucchero-esco impiantato nel blues-rock alla Cream, adornato da una quantità di piccole parte strumentali sardoniche.

Il seguito “Shah Mat” si fregia di un uso ancor più spregiudicato di ritmica e strumentazione (sottolineando spesso l’apparato elettronico). Dopo un preludio in fugato di riff e fraseggi, “Voodoo Belmopan”, l’album s’impenna con un paio di rhythm’n’blues nevrotici come “Parassiti” (attacco caraibico, riff d’organo vecchio stampo, cambi di tempo, finale sprint strumentale basato sul clavinet Stevie Wonder-iano) e “Rhum Spezie Sciac Trà” (ritornello valzer fatato contrapposto a un jazz-rock fracassone sommerso in tastiere sci-fi vintage), ma anche con il numero para-Broadway di “Delle Fave”, sempre dilaniato da fitte acide.
A parte l’accelerazione garage-rock di “T.S.O.”, il funky progressivo “Belize” e il finale assalto quasi-Hendrix di “Limonov” (il più ampio, urlante e maestoso dell’opera), il momento della contaminazione indianeggiante è nella title track, che con buon spirito reboante fa volteggiare un sitar in una melassa di mellotron.

Un piccolo classico del rock italiano anti-recessione con movenze da musical, registrato live in studio da un combo - Alessandro Bacher, Gianluca Guardone, Andrea Risso, più la new entry Agostino Macor (già alle tastiere ne La Maschera Di Cera), e il sitar di Emanuele Miletti - spiritoso e peperino. Bravissimi nella jam, la parte più sinceramente punk con evocazione e nervo, meno nella scrittura cantata, che è infatti un pretesto (un po’ come le classiche linee melodiche del bebop), un inciso che serve soprattutto ad avviare le improvvisazioni. Quando si dice revival con intelligenza.

12/02/2016

Tracklist

  1. Voodoo Belmopan
  2. Belize
  3. Parassiti
  4. Rhum Spezie Sciac Trà
  5. Shah Mat
  6. T.S.O.
  7. Delle fave
  8. Limonov

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