Yodok III

The Sky Flashes, The Great Sea Yearns

2015 (Tonefloat: A New Wave Of Jazz)
impro-ambient, post-rock
7.5

Quel che Dirk Serries sta facendo attraverso A New Wave Of Jazz – lo spazio messogli a disposizione esclusiva da Tonefloat – ha semplicemente dell'incredibile. Se si vuole leggerla testualmente, una rivoluzione simile nel concetto stesso di jazz non si presentava dai tempi dell'Ecm e del suo celebre primo roster. Dedicandosi invece a una traduzione della definizione in senso più ampio, possiamo parlare di un fermento radicato in fenomeni culturali ben chiari (la free-impro dei Necks, il noise, l'ambient music già dell'ultimo vidnaObmana, il guitar-processing dopo Fennesz, certo post-rock) ma la cui traiettoria sta conducendo il concetto stesso di musica atmosferica verso territori nuovi e inesplorati.

Yodok III è l'espressione corale di tutto questo, il supergruppo formatosi con l'aggiunta di Serries al live-duo che vedeva l'amico Tomas Järmyr spartire il palco con Kristoffer Lo (Yodok). I ritmi di pubblicazione dell'etichetta, ricalcando quelli del Serries di questi ultimi anni, sono vertiginosi e così, a nemmeno un anno dal primogenito, eccoci di fronte al secondo parto del combo. Un lavoro dalla forza d'impatto eccezionale, frastornante, forse il più dinamico e irriverente dell'intera saga, paradossalmente quasi contrapposto alle digressioni interiori, ombrose e oppressive dell'omonimo primogenito. È sostanzialmente impossibile non farsi travolgere da quest'uragano di suoni, ritmi in tempi dispari, distorsioni e armoniche.

“Watching The Stone Of Celestial Flaw Rush Down”, la prima delle quattro suite che compongono i due Lp, è una cavalcata magistrale, che parte da sussurri e riverberi per auto-costruirsi lentamente, rivelando immediatamente il lato più dirompente del soundscape del trio, qui davvero a due passi dai Necks. Del passaggio quasi non ci si accorge, amalgamato com'è dalle frequenze distorte e liquide della chitarra, che guidano fino a un'esplosione che sfocia in territori di autentico post-rock. La tecnica del flusso di coscienza, già caratteristica dell'omonima saga del Serries solista, raggiunge qui uno dei suoi apici massimi. Il suono acquisisce forza progressivamente, ricalcando la dinamica di una valanga, accrescendo la propria massa e aumentando la velocità man mano che prosegue la propria corsa, autonomamente, senza contributi esterni né disegni preparatori.

Una scena pronta a ripetersi anche nelle due meraviglie che compongono il secondo disco: due tornado che nascono dal medesimo grembo, l'uno pronto a prendere la forma di uno schiacciasassi irrefrenabile (“For Seconds He Felt The Grandeur Of Devastation”), l'altro a implodere in un climax percussivo da brividi sfrenati (“Together We Trascend Into This Wreackage Called Heart”).
La sola “In A Realm Of Wander Behold The Fleeting Shadows Exclaim In Delight” concede una sosta, muovendo in direzione del cosmo sotto la guida della tuba di Lo e ripescando dalle trame più dark della saga ambientale di Serries. Un passaggio estemporaneo in un disco di sostanza pura, incontaminata, formidabile. L'ennesimo a firma Serries, in attesa di vedere fino a che punto questa rivoluzione (pseudo-)jazz riuscirà ad arrivare.

20/02/2015

Tracklist

  1. Watching The Stone Of Celestial Flaw Rush Down
  2. In A Realm Of Wander Behold The Fleeting Shadows Exclaim In Delight
  3. For Seconds He Felt The Grandeur Of Devastation
  4. Together We Trascend Into This Wreackage Called Heart