Ministri

Cultura generale

2015 (Godzillamarket / Warner)
alt-rock, indie-pop

C‘è qualcosa che apparentemente non funziona nel songwriting dei Ministri: la formazione milanese giunge con “Cultura generale” (ambizioso titolo, del quale sfugge il significato ascoltando le dodici tracce incluse) al traguardo del quinto album, eppure non sembra stanca di replicare all’infinito la medesima formula. Il problema è che il consolidato mix di dolcezze e asperità ha già dato i frutti migliori in passato e, a due anni dal riuscito “Per un passato migliore”, ora il giochino inizia a mostrare un pochino la corda.

Ineccepibili dal punto di vista musicale, fautori di un gradevole pop travestito da alt-rock con venature classic (emergenti in particolar modo in un paio di soli chitarristici), trovano troppo spesso nello sviluppo dei testi il doloroso punto debole. Ma a ben vedere potrebbe trattarsi di un risultato studiato ad arte, con l’obiettivo non tanto di consolidare i fan della prima ora, quanto di far breccia sui più giovani, assicurandosi in questo modo un ricambio generazionale continuo. Se il disco scorre senza colpo ferire, drammaticamente innocuo, va riconosciuto che nella dimensione live i brani funzionano molto bene, e la risposta di pubblico è sempre notevole.

Deluse le aspettative di trovare nuovi anthem fra questi solchi, dovendo salvare qualcosa potremmo puntare sul sentito ritornello di “Le porte”, sulle ballad (sempre un tantino adolescenziali) “Lei non deve stare male mai” e “Sabotaggi” e sul grintoso singolo portante “Idioti”, che gira bene, sì, ma non è certo sufficiente per far registrare all’insieme il necessario salto di qualità. Poi fra “macchine sportive” ed “estati povere” si galleggia a fatica, e qualche smanceria (“Io sono fatto di neve”) o un paio di riffoni ben calibrati (come nel caso di “Vivere da signori”) non sortiscono l’effetto sperato, lasciando il trio milanese distante dagli standard sempre più che accettabili raggiunti dai dischi precedenti.

Prodotto da Gordon Raphael, in cabina di regia già con gli Strokes, che ha registrato il tutto in presa diretta negli studi Funkhaus di Berlino per catturare la carica live del gruppo, “Cultura generale” sarà ricordato come un lavoro di transizione, e con i ragazzi che hanno varcato la soglia dei trent’anni, è lecito attendersi importanti sorprese per il futuro: nonostante questo mezzo passo falso, hanno tutte le carte in regola per raggiungere nuovi traguardi ambiziosi.

26/11/2015

Tracklist

  1. Cronometrare la polvere
  2. Balla quello che c'é
  3. Estate povera
  4. Le porte
  5. Macchine sportive
  6. Io sono fatto di neve
  7. Idioti
  8. Lei non deve stare male mai
  9. Il giorno che riprovo a prendermi
  10. Vivere da signori
  11. Cultura generale
  12. Sabotaggi

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