Franz Kirmann

Meridians

2014 (Denovali)
synth-ambient

Quello di Franz Kirmann è un nome che ha di recente fatto parlar di sé in più occasioni. Noto fino all'anno scorso a pochi intimi e quasi esclusivamente per essere uno dei due boss di Days Of Being Wild (sulla quale aveva pure pubblicato due dischi di rilievo decisamente limitato, celandosi dietro un paio di moniker usa e getta), la svolta della sua carriera è arrivata da poco più di dodici mesi, ovvero da quando ha iniziato a “interrompere” il pianoforte dell'amico Tom Hodge attirandosi le attenzioni di nientemeno che Denovali. E proprio quest'ultima, come di consueto con i propri artisti, ha deciso di battezzare anche il debutto in solitaria di Kirmann (volendo escludere il Cd-r in tiratura limitatissima "Random Access Memories"), un disco che si inserisce non senza personalità in quella corrente synth-ambient che pare aver da tempo conquistato i vertici dell'etichetta tedesca.

“Meridians” è innanzitutto un lavoro complesso, il cui meraviglioso (al solito) artwork suggerisce solo parte degli indizi necessari a prevederne le trame. Si tratta di una sorta di ipotetica retrospettiva che analizza l'intero spettro sonoro attraversato da Kirmann: qualcosa in cui si possa ritrovare chi si è lasciato affascinare dalla coppia di lavori sfornati ad oggi dai Piano Interrupted (la chiusura di “You Fall In Love With Someone Else” potrebbe essere tranquillamente un outtake allo stato brado del progetto), ma che al tempo stesso permetta al suo autore di ripercorrere l'evoluzione che ha condotto a quell'ultimo stadio. Largo dunque, al fianco di brani i cui echi pianistici collegano dritti al presente, a un variopinto arsenale di stratificazioni drone-gaze, scintillanti cavalcate sintetiche e costruzioni strumentali dalla squisita sensibilità pop.

E a voler veder bene, è proprio quest'ultimo il fiore all'occhiello del Kirmann solista: laddove il limite più evidente dei lavori con Hodge era stato proprio l'eccessiva tendenza all'accademismo, qui ci troviamo presi in contropiede da gemme come “Glider” e “The Day We Threw The Keys Out The Window”, avvolta nei riverberi la prima quanto pulita e cristallina la seconda, ma accomunate da un'accattivante semplicità compositiva. Vengono in mente a turno le architetture limpide di Steve Moore, le cavalcate quasi sci-fi degli Outer Space e, sul versante opposto, le distese di dub di Ulrich Schnauss e l'animo melodico del Tycho più in forma. Scenari che si ripresentano pure nell'iniziale red carpet per arpeggiatori e piano elettrico di “Dancing On The Edge Of The Void” e nel sequencer jarriano che fuoriesce dallo sciame ronzante di “Only When Your Eyes Are Closed”.

Nel complesso, meno sorprendenti anche se ugualmente suggestive sono le varie costellazioni riprodotte con tecnica star-gaze: per una piccola meraviglia come “He Watched As She Disappeared Into The Crowd”, quasi post-rock nel suo crescere acquisendo progressivamente nuovi strati di suono, ci sono episodi come l'oscura “Where Did We Go Wrong?”, la palpitante “Good Morning Bright Star”, la sussurrata “Ghost Of A Smile” e la disturbatissima “With Such Sweet Despair” che si reggono principalmente su un ingente dose di pilota automatico. Il “morbo” affligge anche parte della lunga “They Drove All Night Only To Find Themselves Back Where They Started”, mentre nella stupefacente “Excelsior” è spazzato via dalle escrescenze taglienti à-la-Jon Hopkins. Il più imprevedibile fra i colpi di coda di un disco affascinante nella sua voluta frammentarietà.

01/09/2014

Tracklist

  1. Dancing On The Edge Of The Void
  2. He Watched As She Disappeared Into The Crowd
  3. The Day We Threw The Keys Out The Window
  4. They Drove All Night Only To Find Themselves Back Where They Started
  5. Where Did We Go Wrong?
  6. Glider
  7. Only When Your Eyes Are Closed
  8. Good Morning Bright Star
  9. Excelsior
  10. Ghost Of A Smile
  11. With Such Sweet Despair
  12. You Fall In Love With Someone Else

Franz Kirmann sul web