Ulver with Tromsø Chamber Orchestra

Messe I.X–V I.X

2013 (Kscope)
dark-electronic chamber music

Dagli Ulver non ci sorprende sentire davvero più nulla. Perché se scrivi tre dei dischi più belli e poliglotti del black-metal per poi andare a toccare in ordine il folk, il synth-rock, l'elettronica sperimentale, il metaldrone, il dark-ambient contagiato d'industrial e il mondo delle colonne sonore - lasciando un segno unico quanto indelebile in tutti questi mondi anche quando le cose non ti riescono alla perfezione - allora la tua imprevedibilità arriva a mutarsi in caratteristica prima.
E a quel punto, a meno di non incappare in scivolate, diventa ben difficile che qualcuno si stupisca anche della più rivoluzionaria delle opere. Il tutto da leggersi come un elogio a una band che è anche actensemble, per la quale da tempo è ormai impossibile coniare qualsiasi definizione che fornisca un minimo di indicazioni stilistiche ed eviti di scadere in un'incontrollata esaltazione.

L'ultimo bollettino dal fronte dei fiordi aveva visto il trio divenire quartetto con l'ingresso alle tastiere del polistrumentista Daniel O' Sullivan e cimentarsi in una conciliazione tra la cattiveria destrutturata di metà decennio Zero e la passione per certa elettronica fetida e fangosa emersa ancor prima, materializzatasi nell'ibrido al gusto pece di “Wars Of The Roses”. Da allora i Lupi non hanno mancato di presentarsi ciclicamente con operazioni di qualità come l'auto-revamp di “Childhood's End” e il documentario teatrale realizzato dal vivo in “The Norwegian National Opera”, indizio logistico per la direzione che pochi mesi dopo avrebbe caratterizzato questo nuovo lavoro.
Realizzato assieme alla Tromsø Chamber Orchestra e commissionato dal centro culturale omonimo, “Messe I.X-VI.X” è un rituale in sei atti nei quali le possenti architetture gotiche disegnate da coltri di archi marziali si intersecano a chitarre distorte e rifrangenti, masse elettroniche in movimento e nebulose artiche. Una commistione dal pathos eccezionale che riprende e porta a compimento massimo il linguaggio dapprima abbozzato nel misconosciuto gioiello “A Quick Fix Of Melancholy”, poi adattato all'immagine nelle esperienze cinematografiche e infine teorizzato nello splendido “Shadow Of The Sun”.

Ma laddove sei anni fa era una forza mistica ed esoterica ad animare le costruzioni emotive, qui siamo di fronte a una nuova esondazione di una spiritualità deviata e malsana, cullante nel suo ferire con encomiabile delicatezza. Echi dell'esoterismo industriale dei Coil mischiati a dissonanze e al sample di un pezzo degli anni 20 rappresentano in “Noche oscura del alma” il climax di tale progressione: è l'unico momento dove il terrore si materializza, tangibile, dall'oltretomba. Per una volta, il capolavoro autentico non viene posto in conclusione, ma si identifica negli undici minuti che aprono la celebrazione, dove si passa dalle fluttuanti meteore à-la-Sunn O))) del proemio alle suggestioni orchestrali della fase centrale, fino al minimalismo dell'intimo congedo: “As Syrians Pour In, Lebanon Grapples With Ghosts Of A Bloody Past” fa parlare il titolo per sé, musicando uno psicodramma nel mezzo di una guerra sanguinosa. Quello stesso che si fa opprimente e incontrollabile fra le arcate di “Glamour Box (Ostinati)”, salvo poi trovare una valvola di sfogo nei rintocchi sublunari della meravigliosa “Son Of Man”.

E la passione per le passeggiate a suon di power electronics tocca il culmine nell'astrazione di “Shri Schneider”, dove gli arpeggiatori rendono omaggio a Cluster e Tangerine Dream. La purificazione definitiva arriva nel finale, affidato a “Mother Of Mercy”, che parte docile sotto forma di ballad per poi sfociare languidamente in una catarsi di dissonanze e porre fine ad un rituale dalla forza straordinaria.
L'ennesimo capolavoro, insomma, l'ennesima dimostrazione di genio da parte di una band di cui non ha ormai nemmeno più senso contare e riordinare le evoluzioni. E che, sì, ci ha abituato così tanto alle sorprese da non sorprenderci nemmeno più.

10/10/2013

Tracklist

  1. As Syrians Pour In, Lebanon Grapples With Ghosts Of A Bloody Past
  2. Shri Schneider
  3. Glamour Box (Ostinati)
  4. Son Of Man
  5. Noche oscura del alma
  6. Mother Of Mercy

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