Raphael Saadiq

Stone Rollin'

2011 (Columbia)
nu-soul, r'n'b, rock

Forse meno celebrato a livello internazionale rispetto ad altri colleghi, Raphael Saadiq è senza dubbio uno dei massimi demiurghi del nu-soul (e r&b) dell'ultimo ventennio. Autore di multiforme talento, virtuoso della chitarra, arrangiatore sopraffino, interprete fantasioso, produttore di dischi e artisti di qualità. Probabilmente non è questa la sede più appropriata per illustrare una carriera tanto ricca di episodi significativi da meritare una monografia, ma consentiteci almeno di riepilogarla per sommi capi. Negli anni 80 bambino prodigio migrato in quattro e quattr'otto dal coro gospel della chiesa alla corte di Prince come bassista nel "Parade Tour". "Quella è stata la mia università" dirà in seguito. Meteora pop-black di successo, nei 90, con i Tony! Toni! Tonè! trio tutto in famiglia composto da lui, un fratello e un cugino. Quindi nei 2000 compositore e producer per gente come D'Angelo - sua la firma su un capolavoro come "Untitled (How Does It Feels)" in uno dei più grandi dischi black della storia "Voodoo" (2000) - Erykah Badu - un Grammy Award come autore di "Love Of My Life (Ode To Hip-Hop)" (2003) - Macy Gray, Mary J. Blidge, Jill Scott, Joss Stone e tanti altri. Nello stesso decennio prende il via anche la sua carriera solista vera e propria, pubblicando tre album di eccellente fattura culminati con "The Way I See It" del 2008.

L'approccio musicale di Saadiq si è spesso distinto, nella cerchia dei grossi calibri della stessa scena, per il suo essere - la definizione più azzeccata sta nel titolo del primo album pubblicato a suo nome - "instant vintage". Legato, cioè, a una concezione fortemente strumentale, strutturata, orchestrale della black music (intesa come matrice omogenea ma sfaccettata) che prevale sulle componenti digitali mutuate dall'hip-hop e dall'uso dell'elettronica. Uno stile volutamente retrò ma aperto a un eclettismo onnivoro, a una rielaborazione raffinata e originale della tradizione in cui il gran dispiego di mezzi produttivi e l'accento posto sugli arrangiamenti non soffoca ma esalta il valore della scrittura. In "Stone Rollin'" Saadiq spinge ancora più in là questa tendenza, prendendo decisamente le distanze dal canone nu-soul per confrontarsi faccia a faccia con i maestri del passato, adottando un ventaglio di generi e sonorità che svariano dal rhythm'n'blues degli anni 50 al soul-funk degli anni 70, all'interno del quale il registro rock acquista un peso determinante. Nonostante l'enorme numero di musicisti impiegati e lo sfarzo degli accompagnamenti (sezione d'archi, di fiati, mellotron), infatti, sono proprio i riff e gli effetti delle parti di chitarra suonate da Saadiq o da collaboratori eccellenti come Melvin "Wa Wa" Watson (ex membro dei Funk Brothers, la storica house-band della Motown) a costituire il baricentro di molte composizioni.

Una scelta che si rivela positiva e che s'innerva in brani di grande impatto e fisicità come l'opener "Heart Attack", groove abrasivo e trascinante, in bilico fra gli Stones di "Let It Bleed" e l'omaggio a Sly & The Family Stone, il rock-blues diddleyano della title track, le movenze quasi indie-rock (a cui si sono ispirati, per ammissione del co-produttore Brungardt, per dare un taglio più sporco e graffiante al suono della chitarra) e venate di soul (discreto sottofondo d'archi, coretti in response nel ritornello) di "Over You", il rock'n'roll anni 50 alla Chuck Berry di "Radio" e l'accelerato incrocio fra shuffle e rockabilly di "Daydream". L'altra metà del disco è occupata da sonorità più classicamente soul, ben rappresentate dal fulgore melodico post-Motown di "Movin' Down The Line" (easy listening di gran classe) o "Good Man" (superbo l'intarsio di fiati e archi), il soul-funk barocco che rimanda a Stevie Wonder di "Just Don't" (splendido l'assolo finale di mellotron del grande Amp Fiddler già con i Funkadelic negli anni Ottanta e Novanta), il lussureggiante philly-soul - ritmica tambureggiante, epica orchestrale e gospel corale - di "Go To Hell", per culminare nel black-musical della solenne e marziale "The Answer", toccante ritratto a sfondo autobiografico dell'artista "as a young man".

Con "Stone Rollin'" Saadiq si conferma uno degli autori e interpreti più dotati della sua generazione e si guadagna una piazza d'onore fra i migliori dischi black del 2011. E chissà che non riesca a regalargli anche quella notorietà che, fuori dagli Usa, è sempre apparsa un po' offuscata.

25/07/2011

Tracklist

  1. Heart Attack
  2. Go To Hell
  3. Radio
  4. Over You
  5. Stone Rollin'
  6. Day Dreams
  7. Movin' Down The Line
  8. Just Don't
  9. Good Man
  10. The Answer

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