Eccoci a riparlarne, anche, se a dire il vero, la formula, in fondo in fondo, non cambia granché. Luomo fa sempre le stesse cose, però ci mette un cuore vivo e pulsante e una classe da levarsi il cappello. House sexy, beat quasi sempre pastello, mai irruenza o cattiveria ma tocchi di musica molto pettinata. Quelle scie - suo marchio di fabbrica - di "Anima" (a nome Vladislav Delay) riemergono qui, tra variazioni monotonali e una sensualissima venatura di pelli a contatto.
"Twist" ne incarca il lato più soulful, "Good Stuff" - capolavoro assoluto nella sua discografia - quello più viscerale: struttura loopata e ipnotica, poche frasi e house di corpi che si toccano e si sfiorano. E ballano. Di quelle melodie che fanno venir voglia di muoversi, di sentire ogni singolo muscolo, ogni singola fibra, del proprio corpo coordinarsi in un unicum e in un continuum. "How You Look" in progressione soft-techy, tra trame in palleggio e qualche dolce glitch sparso, "Make My Day", forse il vero buco nell'acqua di questo "Plus", incrocia le file in una progressione finale non distante dai toni epici degli ultimi Muse: bocciata.
Il robot "Happy Song" spezza la falsa soavità della traccia precedente, in favore dei soliti giochi di ombra sorretti da un beat molto lineare. "Medley Through" è proprio fascino Motown da old school, tra immagini di fotografie ingiallite e scuola Chicago a piene mani. E se fin qui di elettronica in senso stretto non se ne trova poi tanta, "Form In Void" fa fare - ancora una volta - retromarcia verso un suono che guarda al revival synth molto scheletrico (pensate all'ultimo Ford&Lopatin in veste minimale, e quindi Junior Boys). Le conclusive "Spy" e "Immaculte Motive" non aggiungono significativi spunti a un disco che non inventa nulla.
Ma è proprio nella normalità che Ripatti esalta le sue doti da master indiscusso della scena elettronica contemporanea tutto. Un suono sempre vivo e viscerale, che si muove lentamente in rivoli che cambiano colore lentamente. Non c'è verso di rimanere delusi dall'uomo venuto dal nord; a dispetto della presunta freddezza, verrebbe solo voglia di sentirsi dire "Put your hands around me. Totally".
26/09/2011