Blaudzun

Seadrift Soundmachine

2010 (V2)
songwriter, folk-pop

Già piuttosto affermato in patria, ma finora all'estero non più noto dell'oscuro ciclista danese dal cui cognome ha mutuato il suo alias, Blaudzun è un cantautore olandese artefice di un progetto artistico che tenta di coniugare i temi più canonici del songwriting (più o meno) folk con molteplici sfumature che contemplano arrangiamenti orchestrali e una certa enfasi teatrale in interpretazioni intrise di lirismo e profondità.


"Seadrift Soundmachine" è il suo secondo album, dopo l'omonimo debutto del 2008, e come il precedente usufruisce della distribuzione della major V2, un veicolo senz'altro in grado di diffondere e far apprezzare la limpidezza melodica e il gusto vagamente decadente sotteso a dodici tracce che esaltano soluzioni melodiche in bilico tra le narrazioni folk-rock dei Decemberists, il romanticismo dei Tindersticks e l'efficacia comunicativa del cantautorato più intimo e sentito.

Blaudzun non è tuttavia inquadrabile nella semplice categoria del cantautore voce-e-chitarra, com'è agevole evincere da questo lavoro, nel quale l'essenzialità di canzoni costruite su pochi elementi rifulge soltanto in pochi passaggi, rivestendosi invece di una varietà di arrangiamenti intesi a esaltare un cantato sovente avvinto in crescendo e spirali dai toni talvolta persino pomposi.


Così, è il suono nostalgico della fisarmonica a sostenere le onde emotive di "Sunshine Parade", mentre un pianoforte nervoso si sposa con le orchestrazioni vivaci e lievemente barocche di "Light Of Love" e "Jezebelle", brani che si aprono lentamente alla luce, pur mantenendo un incedere alquanto oscuro e sofferto. Il romanticismo cinematico che sostiene gran parte delle vesti sonore assunte dall'inquieta scrittura di Blaudzun si sposa egregiamente con le immagini di tensioni amorose, luoghi e ricordi che costituiscono la base di canzoni vibranti, coronate da interpretazioni non del tutto indenni da richiami alle estensioni teatrali di Antony e alle austere declamazioni di Robert Fisher. Ma su questa serie di riferimenti più o meno espliciti, l'occhialuto cantautore olandese e i musicisti che lo supportano innestano continue mutazioni di registro strumentale ed espressivo, giungendo spesso a trasformare la fisionomia dei brani, alternando passaggi ovattati, aperture armoniche e impennate emotive, tuttavia ben controllate e convogliate in melodie efficaci.

Come non farsi avvincere, infatti, dal caratterizzante andamento folk-rock del singolo "Quiet German Girls", dall'obliquità degli archi della spettrale "The Choking Game" o ancora dall'intensità della deliziosa "Midnight Room", qui presentata in due diverse versioni, nelle quali al pianoforte si affiancano alternativamente la chitarra o gli archi.


Non mancano, nel corso dei concisi trentasei minuti di "Seadrift Soundmachine", nemmeno episodi più essenziali, che rivelano la più scarna matrice cantautorale di Blaudzun: è quanto avviene soprattutto nella seconda parte dell'album, a partire da quella "Wolf's Behind The Glass" la cui accoppiata banjo-voce potrebbe essere stata firmata da uno Scott Matthew, e fino alle più dimesse "February Flair" e "Streetcorner Shouter", non certo mal riuscite ma sufficienti a evidenziare come le canzoni dell'artista olandese e la sua peculiare modulazione vocale riescano a esprimersi al meglio ove corredate da un più ampio impianto strumentale, come quello gestito con classe e varietà per ampi tratti del lavoro.

Il sensibile passo in avanti rispetto al debutto lascia intendere che il progetto Blaudzun abbia ancora ampi margini di miglioramento: intanto la sua esuberante macchina del suono veleggia imperturbabile tra perigliose correnti dell'anima, riassunte in una risacca melodica fluida ed estremamente vitale.


31/03/2010

Tracklist

  1. Sea Wolves
  2. Sunshine Parade
  3. The Choking Game
  4. Light Of Love
  5. Midnight Room
  6. Quiet German Girls
  7. Wolf's Behind The Glass
  8. Jezebelle
  9. Manhatten Grey-Post Nobill
  10. February Flair
  11. Streetcorner Shouter
  12. Midnight Room (Prague Version)

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