Insieme ad Adam Green nei Moldy Peaches, Kimya Dawson ha avuto, rispetto al suo ex-socio, una carriera solista forse più prolifica ma di certo meno fortunata (nonostante l'abbondante partecipazione alla colonna sonora del fortunato film "Juno"); "Alphabutt" è il sesto album dell'artista americana e peculiare com'è difficilmente le regalerà il successo ampio di pubblico e critica che non ha ancora avuto.
Il disco è una raccolta di filastrocche per bambini, brevi sketch con estetica anti-folk di fondo realizzati con pochi strumenti, alcuni inusuali, come kazoo o pianole giocattolo, e largo uso di voci infantili; cori, risate e voci di bambini colorano le filastrocche strampalate di Kymia che, come una versione materna di Daniel Johnston, si diverte a creare piccole storie di tenerezza e bizzarria.
Difficile esprimere un giudizio serio su questo album, progetto talmente particolare che esula dai normali ascolti al di là del genere in cui potrebbe essere catalogato.
Sicuramente le mini-fiabe della Dawson sono simpatiche, stravaganti e interessanti ma, nonostante la brevità del tutto, a lungo andare tutti quei rumorini e gemiti infantili rendono faticoso l'ascolto a qualsiasi adulto.
19/02/2009